venerdì 14 agosto 2009

LA SENSIBILITA' NON HA PREZZO


Nell' ambito medico è ormai comune l' idea che il benessere fisico sia influenzato da sentimenti ed emozioni e che quest' ultimi abbiano quindi ripercussioni sul corpo.
Il vecchio concetto di malattia inteso come "effetto di una causa" è stato sostituito con una visione multifattoriale secondo la quale "ogni9 evento è conseguente all' intrecciarsi di molti fattori, tra i quali sta assumendo sempre maggior importanza il fattore psicologico." Quest' ultimo, a seconda della sua natura, può agire favorendo l' insorgere di una malattia o al contrario favorendone la guarigione.
La medicina tradizionale si è avvicinata ai pazienti utilizzando il principio di causalità e spiegando le malattie fondandosi su dati obiettivi, in modo schematico e classificatorio.
La tendenza che ogni medico dovrebbe invece perseguire è una visione unitaria del soggetto e della sua malattia, "ricostruendo quel filo narrativo che dà significato alla sua vita e nella quale la patologia è venuta traumaticamente a inserirsi.
Con ciò non voglio parlare di medicina alternativa che in questo caso non c' entra nulla, ma di impatto emozionale e le problematiche psicologiche e interpersonali secondarie che rappresentano uno0 dei nodi centrali dell' assistenza.
La sofferenza della singola persona e della sua famiglia e le importanti conseguenze sul piano emotivo e relazionale non risultano ancora sufficientemente al centro dell' attenzione della ricerca e dell' assistenza in quasi tutti i Paesi.
Gli obiettivi che dovrebbero venire posti sono:
  1. riumanizzare il rapporto medico-paziente affinchè il progresso tecnologico sempre più soffisticato e la proliferazione di specializzazioni sempre più dettagliate non facciano dimenticare o trascurare l' Uomo che vive, con il suo carico di esperienze ed emozioni, dietro le cifre e i referti di una cartella clinica;
  2. restituire la giusta e opportuna dignità sia a chi soffre che a chi cura;
  3. integrare, tra i fattori delle malattie fisiche, le variabili di personalità, gli stili di vita, i modelli comportamentali, le relazioni interpersonali;
  4. recuperare uno stile di un' arte sanitaria centrata più sul malato che sulla malattia.
Ciò ci permette quindi di riflettere sul fatto di come un lavoro psico emotivo sia fondamentale anche da un punto di vista medico-scientifico.

5 commenti:

  1. Credo fermamente, anche per esperienza personale, che il rapporto medico paziente se "rilassato", se contorniato da un sorriso, da uno scherzo, da UMANITA' possa fare molto..moltissimo. Certo non fa guarire da malattie ma aiuta tutte le pastigliette e sciroppini che si devono prendere...aiuta ad affrontare lunghe degenze.
    Spesso questo rapporto viene a mancare per come lo si sta descrivendo, spesso manca quel rapporto umano che fa la differenza, quel sorriso che allevia un dolore, quell'attesa che spossa.
    Questa e' una rivoluzione molto semplice e, per certi versi banale, non stiamo parlando di farmaci miracolosi...ma del miracolo di un sorriso e di un rapporto.
    Basterebbe cosi poco..
    per fortuna ci sono persone che lo fanno, che hanno in se questa passione e voglia di vivere che, nn contenendola, viene trasmessa agli altri...altre persona devono sforzarsi un po' di piu' ma la via e' aperta..e le cose stanno cambiando..in meglio e per tutti.
    Grazie Denise per quel che hai scritto.. favoloso e reale..
    Ale

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  2. Hai detto bene Alessandra, è proprio un semplice sorriso che può rendere unica e indimenticabile una giornata.
    Non è me che dovete ringraziare ma il citato dottor Agostini che ci aiuta non solo fisicamente ma anche moralmente a vincere queste lotte!Io ho solo riportato per iscritto quello che lui stesso fa per noi...

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  3. Ti ho conferito il "Premio Mongolfiera", perchè apprezzo molto gli argomenti, che tratti nel tuo blog!

    Un abbraccio

    Rosa

    p.s. Se non sai di cosa si tratta(Anch'io l'ho saputo stamattina), ho scritto un post.

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  4. Parlo per eperienza personale anche affrontando tanti interventi chirurgici, periodi lunghi di degenza a tra Verona e Valeggio sul Mincio, posso dire che è stata un esperienza bellissima,CHE HA ARRICCHITO LA MIA ESISTENZA ho conosciuto persone straordinarie che ora fanno parte della mia vita, AMICI in tutti i sensi che sento la loro mancanza e la necessita di vederli Infatti due volte l'anno Dicemnre e Giugno ex pazienti e nuovi amici da tutte le parti D'Italia ci incontriamo solo per il gusto di rivedersi.Se TUTTO questo ACCADE è MERITO del Dott Saulo Agostini che ha trasformato il suo lavoro in una "missione speciale".Non solo come dottore paziente,ma anche come dottore amico.Lui che mette al centro di TUTTO la PERSONA Mi ricordo quando era il periodo delle medicazioni per noi era un trauma ma quando arrivava Lui SAULO con il suo carrello IL SUO CAMICE ma prima con il suo buonumore e sorriso per Noi era tutto meno doloroso..Non mi elencherò tutti gli episodi non finirei mai.
    Um dottore una persona un amico che chi ha avuto e chi avrà la fortuna di conoscere non potrà rimanere stupiti sbalorditi davanti alla sua UMANITA',GENEROSITA', SEMPLICITA'.
    Un Grazie speciale ad una donna STRAORDINARIA Beatrice moglie di Saulo che ha abbracciato Noi e la missione del marito in toto...E' vero che dietro ad un GRANDE UOMO c'è sempre una GRANDE DONNA.

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